In questa baraonda di dichiarazioni da parte di alcuni che probabilmente non la stanno prendendo molto sul serio ed il silenzio di chi invece sta facendo tremendamente sul serio, è mancato all’appello un termine, o meglio un acronimo, non di poco conto: PLIS.
Significa Parco Locale di Interesse Sovracomunale del Monte di Brianza, insomma, un PARCO!
Un parco osteggiato fin da subito da ignoranza, interessi particolari ed arretratezza culturale e la cui nascita è stata ritardata di ben 31 anni. Nascita avvenuta grazie a molte battaglie, molta determinazione ed una nuova sensibilità ambientale di alcune amministrazioni comunali.
Sebbene le norme del PLIS scorporino da un territorio sottoposto a tutela le porzioni edificabili, questo territorio rimane il contenitore in cui Consonno si trova e come tutti i contenitori è stato determinante per la storia del luogo. Ciò che si trova intorno a rovine e degrado non diventa un elemento secondario scollegato e da mettere da parte solo perché l’applicazione delle norme alla lettera non lo prevede.
Il territorio circostante ha formato ed condizionato la storia di Consonno, e ne è indissolubilmente intrecciato.
Fin dall’antichità la sua posizione in alta collina ha giocato un ruolo fondamentale nel tipo d’insediamento umano sviluppato; ugualmente, mutatis mutandis, la stessa felice collocazione è stata di fatale attrazione per l’Immobiliare Brianza ed il conte.
Infine è stato ancora il territorio, e questa volta con una frana dovuta agli interventi umani, a chiudere i giochi.
Sembra proprio impossibile scindere le due cose: paese e territorio circostante.
Ecco perché riteniamo che le decisioni che non tengano conto del contesto e del contenitore rischino di creare una frattura non diversa da quella che ci ha consegnato la Consonno che conosciamo ora .
Consonno potrebbe giocare un ruolo determinante per il territorio della Brianza lecchese. Nel bene o nel male. Potrebbe diventare esempio da seguire o, viceversa, dimostrarsi un pericoloso precedente.
I luoghi, anche se appartengono a proprietà private, nell’immaginario collettivo e nell’idea di fruizione o di godibilità del paesaggio vengono ascritti a patrimonio collettivo ed universale.
Ecco dunque perchè Consonno non è solo un affare di Olginate nè degli eredi del conte.
Associazione Monte di Brianza
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